Santa Maria de Olearia
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Nel Medioevo Maiori era una delle maggiori e più importanti sedi ecclesiastiche del ducato, soprattutto grazie alle numerose presenze sul suo territorio di cenobi monastici. La più alta concentrazione di tali cenobi si trova nella contrada del monte Falerzio. Nessun'altra località della costa può vantare la diversità e la proliferazione delle esperienze monastiche presenti sul territorio maiorese. Infatti ivi operavano e coesistevano le due maggiori concezioni monastiche del mondo cristiano: quella occidentale e quella orientale, il monachesimo antico e quello riformato. Benedettini, basiliani, cluniacensi, cistercensi, florensi camaldolesi popolavano con i loro cenobi il territorio di Maiori ed in particolare le scoscese pendici del monte Falerzio. La forma originaria del monachesimo in Costiera pare sia stato il romitaggio, infatti parecchie abbadie di Maiori e della costa erano in principio dei semplici eremi. Le prime presenze di eremiti sul Falerzio risalgono al X secolo. Nel 902, Elia il Giovane - prima grande figura del monachesimo italo - greco - scelse questi luoghi per dimora e precisamente sul colle che porta il suo nome. In questi posti cercarono e trovarono isolamento e contemplazione vari personaggi, tra cui S. Alferio, fondatore della Badia della SS. Trinità di Cava.