Paisà

Paisà (1946) comincia all’interno e all’esterno del convento di S. Domenico. I soldati arrivano in una Maiori deserta; i tedeschi sono in fuga e la popolazione è asserragliata nel convento.

Il film ripercorre l’avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Po, descrivendo di episodio in episodio, alcune situazioni emblematiche che mettono a fuoco i rapporti tra i singoli personaggi e la guerra, intesa come condizione umana e sociale abnorme e tragica. La torre Normanna fu il set del I episodio, quello che passa per essere l’episodio siciliano.

La fortezza dell’orrore, come appare agli occhi di un soldato americano, altro non è che la torre di Maiori. Qui Rossellini stabilì il quartier generale delle riprese di Paisà, l’opera più rappresentativa del cinema italiano del dopoguerra.

Sempre di Maiori, scelto tra i personaggi della vita reale, è lo straordinario ragazzino dell’episodio napoletano, Alfonsino, scelto da Federico Fellini (aiuto regista di Rossellini) tra i curiosi mentre si girava alla torre normanna. “Hey Joe si t’adduorme, io m’arrobbo ‘e scarpe”: è un frammento fra i più belli del cinema di ogni tempo.

Per Paisà, Rossellini prolungò di qualche mese la sua permanenza a Maiori, finendo per aggiungere l’episodio dei frati che non compariva nella prima sceneggiatura del film. Aveva trovato nei fraticelli del locale convento di San Francesco il richiamo spirituale che lo avrebbe spinto a realizzare più avanti Francesco Giullare di Dio.