Roberto Rossellini

“I posti dove si è stati bene e che si ama, dove sono dei poveri diavoli che sono convinti di aver visto il demonio… . Gli abitanti della Costiera sono dei pazzi, degli ubriachi di sole. Ma sanno vivere valendosi di una forza che pochi di noi posseggono: la forza della fantasia”.

Così Roberto Rossellini amava ricordare la costa d’Amalfi e i suoi abitanti dopo che, dal finire degli anni ’40 alla metà degli anni ’50, aveva trovato, particolarmente a Maiori, la condizione ideale e la disponibilità di un intero paese a girare le sue pellicole: Paisà (1946), Il miracolo, secondo episodio de L’amore (1948), La macchina ammazzacattivi (1948), Viaggio in Italia (1953).

“La costiera amalfitana visse il suo maggior momento di gloria alla fine degli anni ’40 fino alla metà degli anni ’50, perché era divenuta allora una piccola “cinecittà” sul mare frequentata da attori ed attrici di tutto il mondo, dove i produttori si erano trovati ad agio economicamente avendo risparmiato molto sui propri bilanci, in virtù di un paesaggio autentico, reale e vivo, con personaggi “presi dalla strada”.

Roberto Rossellini trovò a Maiori e negli altri centri della Costiera la condizione ideale e la disponibilità di un intero paese a girare le sue pellicole. I maioresi impararono ad amare il maestro, ritenuto un uomo molto generoso, al quale bastava mettere una macchina da presa al centro del paese e il film veniva fuori insieme alla folla dei curiosi.

Un percorso fotografico lungo  le vie di Maiori  ricorda i luoghi che furono il set cinematografico del neorealismo di Roberto Rossellini.

“La costiera amalfitana visse il suo maggior momento di gloria alla fine degli anni ’40 fino alla metà degli anni ’50, perché era divenuta allora una piccola “cinecittà” sul mare frequentata da attori ed attrici di tutto il mondo, dove i produttori si erano trovati ad agio economicamente avendo risparmiato molto sui propri bilanci, in virtù di un paesaggio autentico, reale e vivo, con personaggi “presi dalla strada”.

Roberto Rossellini trovò a Maiori e negli altri centri della Costiera la condizione ideale e la disponibilità di un intero paese a girare le sue pellicole. I maioresi impararono ad amare il maestro, ritenuto un uomo molto generoso, al quale bastava mettere una macchina da presa al centro del paese e il film veniva fuori insieme alla folla dei curiosi.

Un percorso fotografico lungo  le vie di Maiori  ricorda i luoghi che furono il set cinematografico del neorealismo di Roberto Rossellini.

Per diversi anni, a partire dal 2000, si è tenuto  nel periodo autunnale “Il  Premio Internazionale Roberto Rossellini”.  L’iniziativa, ideata ed organizzata dall’Associazione Maiori Film Festival, ha permesso a giovani studenti di cinema e registi esordienti di realizzare cortometraggi in piena libertà espressiva, sostenendoli con un contributo economico cui si accedeva per concorso.